Gli Sforza. Il racconto della dinastia che fece grande Milano
Carlo Maria Lomartire [Lomartire, Carlo Maria]«Mi chiamo Boldrino da Panicale, siamo in cerca di giovani valorosi da aggregare. C’è da combattere, rischiare la pelle ma divertirsi e guadagnare parecchio denaro, avere a che fare con molte donne. Tu mi sembri un tipo in gamba, quanti anni hai?»
Siamo nel maggio del 1385, a Cotignola, in Romagna. Uno dei più spietati capitani di ventura che in quegli anni circolasse in Italia sceglie di sostare con la sua truppa su un incolto terreno a pascolo, poco distante da una cascina.
A rispondergli, eccitato e disorientato, è il non ancora sedicenne Giacomo Attendolo, per tutti Giacomuzzo, anzi Muzio. Fantasticando su un futuro fatto di battaglie, soldi e conquiste, il giovane contadino accetta la proposta di ingaggio. Come poteva immaginare che con quella sua decisione stava, di fatto, dando origine a una delle più celebri dinastie del Rinascimento? Sì, perché Muzio Attendolo - soprannominato «Sforza» per la sua prestanza fisica - dopo essersi messo al servizio dei Visconti e di città come Perugia e Firenze, avrà una vita avventurosa, mogli, amanti e figli, tra cui Francesco, il primogenito, che nel 1450 diventerà signore di Milano.